
La finalità principale di un’area
protetta è la conservazione. Conservare significa mantenere il
livello della biodiversità, ovvero di complessità delle
associazioni animali e vegetali, le caratteristiche attuali del
paesaggio e le risorse naturali e culturali presenti nell'area
protetta. Questo si ottiene attraverso la conoscenza, la
protezione del territorio e l'educazione.
Prima di decidere qualsiasi forma di
intervento, in un’area protetta occorre conoscere la
composizione e la struttura delle diverse associazioni e il loro
grado di interazione reciproca. Primo obiettivo dunque da
perseguire è la rappresentazione, almeno superficiale, dello
stato attuale dell'ambiente protetto, attraverso la mappatura
degli habitat e della distribuzione delle specie vegetali e
animali presenti.
La protezione, in una società ancora
tutt'altro che educata a preservare l'integrità ambientale, si
realizza in primo luogo attraverso l'azione preventiva e di
monitoraggio di un efficiente servizio di sorveglianza, adeguato
e preparato a intervenire contro le più moderne e sofisticate
tecniche di prelievo e di distribuzione fraudolenta.
Attraverso l'azione quotidiana di guardaparco preparati si
arriva anche più velocemente a un buon livello di conoscenza del
territorio protetto.
L’educazione avviene attraverso
strutture e iniziative a livello locale o nazionale, possono
nascere per favorire la fruizione dell'area protetta, anche
perché in questo modo l’area protetta può offrire occasioni di
sviluppo e di occupazione alle popolazioni locali. Il parco o
riserva deve inoltre investire nell'educazione, affinché sempre
più cittadini siano resi consapevoli dell'importanza della
conservazione dell'ambiente naturale e si riducano così, nel
tempo, i rischi di trasformazioni dovute all'azione antropica
diretta.
Vincenzo Narcisi

La Riserva Naturale Orientanta “Monte
Cammarata” è stata istituita con D.A. n. 86/44 del 18/04/2000
dell’Assessorato Regionale Territorio Ambiente della Sicilia in
base alla L.R. n. 14 del 10/08/1988. La riserva è iscritta al n.
1123 dell’Elenco Ufficiale delle Aree Protette Italiane (EUAP),
tenuto presso il MINISTERO DELL’AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL
TERRITORIO (2003). La riserva costituisce uno dei numerosi nodi
della cosiddetta rete ecologica regionale, ovvero l’insieme
delle aree protette, riserve, parchi, siti Natura 2000,
identificati in Sicilia. A partire dal 1981, infatti, è stato
dato avvio all’attuazione del sistema regionale delle aree
protette, che ad oggi è costituito da 4 parchi regionali
(superficie totale 184.830,67 ha) e 76 riserve naturali
(84.732,42 ha) (Leggi Regionali 98/81, 14/88, 970/91 e
successive modifiche ed integrazioni). L’insieme di queste aree,
cui si sommano le 47 ZPS (Zone di Protezione Speciale)
ed i 218 pSIC (Siti di Interesse Comunitario) già individuati
nella rete Natura 2000, va a formare il sistema della rete
ecologica siciliana. Negli ultimi anni, su queste aree in
particolare è stato rivolto un crescente interesse legato ai
concetti della conservazione della natura, delle risorse
naturali e della biodiversità. In questa direzione hanno spinto
diverse azioni a scala europea e nazionale, con lo scopo di: 1)
identificare le aree più interessanti da un punto di vista della
conservazione, 2) creare sistemi di informazione ecologica a
diversa scala di analisi, allo scopo di migliorare la gestione e
quindi la conservazione delle risorse naturali. A livello
nazionale tali azioni sono state recepite all’interno del Piano
Nazionale sulla Biodiversità (Ministero dell’Ambiente e della
Tutela del Territorio), che considera proprio la conoscenza ed
il controllo come gli strumenti indispensabili per proteggere le
zone più importanti dal punto di vista naturalistico.

I monti Sicani un vasto comprensorio
nel cuore della Sicilia situato a cavallo delle province di
Agrigento e Palermo. Monte Cammarata con i suoi 1578 m
rappresenta la vetta più alta di questo sistema montuoso. Il
rilievo, composto essenzialmente da rocce calcaree, il cui
colore dei marmi varia dal bianco crema cinerino al grigio
avorio azzurrognolo, sulla parte sommitale ospita oltre 150
specie erbacee di cui diverse rappresentano rari endemismi.
L’intera catena rocciosa, modellata nel tempo da lente e
costanti erosioni dando forma a picchi, gole e pareti a
strapiombo, offre spettacoli di rarissimo fascino. Le pareti
scoscese ospitano comunità avifaunistiche altamente
diversificate, in cui sono ben rappresentate specie di
falconifrmi, alcune specie di piccole passeriformi di macchia,
mammiferi quali conigli selvatici e lepri, donnole, ricci,
istrici e diverse specie di micro mammiferi. La vegetazione
naturale è rappresentata da lembi di querceti (Quercus ilex,
Quercus pubescens) e macchia mediterranea, mentre lungo i
valloni e nelle aree più fresche e riparate resistono ancora
piccoli gruppi di carpino nero (Ostrya carpinifolia),
olmo comune (Ulmus minor), pioppo nero (Populus nigra)
e salici (Salix sp.pl.). Per tutelare e valorizzare
questo scrigno di natura siciliana l’Assessorato Regionale
Territorio e Ambiente con D.A. n. 86/44 del 18/04/2000 ha
istituito la Riserva Naturale “Monte Cammarata”. La riserva
rappresenta un punto cordiale delle politiche di gestione delle
aree protette, affermando qualitativamente il passaggio della
conservazione delle singole specie o aree, alla conservazione
degli ecosistemi presenti sul territorio.

La Riserva Naturale Orientata “Monte
Cammarata” è situata nella parte Centro-occidentale dell’isola,
in provincia di Agrigento, nella parte orientale dei Monti
Sicani, sviluppandosi soprattutto in senso E-W per una
superficie di 2106,90 ha. Tale area ricade in tre comini:
Cammarata (60,78%), S.Giovanni Gemini (6,07%) e Santo Stefano
Quisquina (33,19%). La superficie complessiva è suddivisa tra la
zona A di riserva (53%) e la zona B di pre-riserva (47%).
All’interno della riserva è presente anche una zona B1 comprende
l’area sommitale di Monte Cammarata, posta sopra la quota 1550
m s .l .m ., destinata esclusivamente a strutture per le
telecomunicazioni. Il territorio della riserva comprende rilievi
importanti come Serra Quisquina (1159m s.l.m.), Pizzo dell’Apa
(890 m s.l.m), pizzo della Rondine (1245 m s. l. m.), Monte
Gemini (1394 m s.l.m.) e Monte Cammarata (1578 m s.l.m.) e
ricade interamente all’interno di due Siti di Interesse
Comunitario (SIC) individuati nell’abito della Rete Natura 2000
che al Comunità Europea con la Direttiva 92/43/CEE “Habitat” ha
realizzato nell’intento di proteggere la biodiversità e le
risorse naturali in tutto il territorio europeo. I siti
interessati sono “ITA040007 – Pizzo della Rondine, Bosco di
Santo Stefano Quisquina “ e “ITA040005” – Monte Cammarata,
Contrada Salici”, estesi rispettivamente 3111 e 2104 ha. La
superficie della riserva ricade per il 56,28% nel secondo sito e
per il rimanente 43,27% nel primo. La riserva è collocata in un
ambito, almeno da un punto di vista altimetrico e geomorfologico,
prettamente montano: ampie superfici superano i 1000 m. s.l.m. e
in generale il paesaggio è caratterizzato da rilievi con
morfologia aspra con frequenti dirupi, intervallati da conche e
fondovalle, o anche da valli strette e incassate in
corrispondenza di torrenti di portata effimera. I boschi
occupano vaste aree della superficie e ricadono in ambienti
molto diversi. Il clima della riserva, secondo la
classificazione bioclimatica di Rivas Martinez (1995) è
prevalentemente di tipo Mesomediterraneo-subumido inferiore, ad
eccezione delle aree più elevate di Monte Cammarata, che
presenta un clima di tipo Supramediterraneo-subumido inferiore.
Le precipitazioni nevose non sono mai presenti e sono limitate
anche in inverno a pochi eventi ognuno della durata media di 3-4
giorni (talvolta durante la primavera), anche se in certe annate
si possono rivelare abbondanti. Le condizioni climatiche
divengono più rigide nelle aree più elevate, dove la permanenza
al suolo della neve in media raggiunge anche 15-20 giorni.
Soffermandosi più attentamente a delineare le caratteristiche
morfologiche e geologiche che più condizionano il paesaggio
forestale, si possono individuare diverse formazioni. Ampie aree
sono caratterizzate da complessi calcarei, dove si sviluppano
versanti da moderatamente a molto ripidi con evoluzione del
suolo molto scarsa, e di conseguenza con tipi pedoligici
caratterizzati da roccia affiorante o da litosuoli con profilo
poco evoluto ed abbondanza di scheletro. Parte di questi
complessi, molto duri e compatti, è in realtà costituita da
calcari dolomitici, rocce aventi una maggiore suscettività ad
essere alterate; tali formazioni danno origine talora ad ampie
aree dove il substrato si presenta molto alterato dall’azione
dell’acqua o dà già origine a diverse forme carsiche
(inghiottitoi, doline, ecc.) visibili in molte aree della
riserva, i cui esempi più rappresentativi si trovano a Cozzo
Stagnataro (1328 m s.l.m.) fuori della riserva. I complessi
calcarei costituiscono il tipo geologico più rappresentato
all’interno della riserva. Ai piedi dei rilievi più ripidi (ad
esempio ai piedi di Pizzo della Rondine o in Contrada La
Pistacchiera), si osservano spesso ampie aree caratterizzate da
detriti di falda. In tali ambienti la morfologia di fondovalle o
di versante appare non eccessivamente accidentata e si
sviluppano suoli a profilo più evoluto: suoli giovani su
substrato sciolti (regosuoli) o suoli più evoluti e maturi
(suoli bruni). Spesso si rinvengono accumuli di materiale
lapideo proveniente dall’erosione della roccia presente nei
versanti ripidi, che a volte si accumula formando ghiaioni o
brecciai ed in alcuni casi dei veri e propri coni di deiezione.
In alcune conche o fondovalle, lontane da rilievi ripidi, si
riscontrano anche depositi alluvionali (Contrada Galluzzo, Gorgo
Minavento) con morfologia molto dolce o anche sub-pianeggiante e
suoli talora molto evoluti o comunque a profilo molto sviluppato
differenziato (ABC), vertisuoli (laddove si riscontra più
argilla) o regosuoli. Poco rappresentate nella riserva, ma non
certo in tutta l’area circostante ad essa, sono le formazioni
argillose mioceniche denominate “Terra Vecchia”, che danno
origine ad una morfologia collinare con pendenze variabili o
uniformi ma mai elevate, tranne che in corrispondenza di aree
calanchive e franose. I tipi podologici prevalenti i questi
ambienti sono vertisuoli. Nel comprensorio della riserva, in
accordo con la classificazione american (USDA), Dazzi et al.
(1997) hanno individuato cinque Ordini di suolo la cui
distribuzione rispecchia la variabilità morfologica del
paesaggio. In corrispondenza di versanti ripidi e quasi privi di
vegetazione il suolo è molto superficiale e ai primi stadi di
sviluppo (Entisuoli), mentre laddove la morfologia diventa più
dolce e la copertura del bosco è maggiore sono presenti suoli
più evoluti che afferiscono all’Ordine degli Inceptsuoli. Oltre
ai precedenti Ordini, che sono quelli più rappresentati
all’interno della riserva, si rinvengono anche suoli
appartenenti ai Mollisuoli, Vertisuoli e Alfisuoli. La
morfologia accidentata di ampie aree pone numerosi problemi per
la creazione di una viabilità efficiente, per l’accessibilità e
la fruizione del territorio nonché per la gestione
selvicolturale. In prospettiva anche di una gestione sostenibile
con criteri di selvicoltura sistemica (CIANCIO e NOCENTINI,
1999), una viabilità costituita da una razionale rete di accesso
al bosco è un aspetto di preminente importanza per la
realizzazione degli interventi selvicolturali nonché per la
prevenzione e l’estinzione degli incendi boschivi (LA MELA VECA
et al,. 2002). La riserva è costeggiata dalla strada provinciale
che collega Santo Stefano Quisquina con Cammarata; al suo
interno si snodano alcune strade interpoderali con sfondo
asfaltato (strada per Monte Cammarata, aree attrezzata
“Buonanotte”, strada in Contrada “Gargiuffè”) e diverse strade
con fondo migliorato. Lo stato di manutenzione nella maggior
parte dei casi è buono, ad eccezione di alcuni tratti che
possono essere temporaneamente inutilizzati per episodiche frane
di materiale pietroso che si accumula dai versanti più alti,
oppure in concomitanza di prolungati periodi pioggia. Inoltre,
la riserva presenta una fitta rete di sentieri, spesso collegati
tra loro i segmenti della rete viaria e che spesso s’inerpicano
anche nelle zone più impervi sprovviste di viabilità. A tale
proposito va rilevato lo sforzo dell’Azienda Foreste Demaniali
nell’opera di manutenzione e miglioramento della rete viaria,
con l’obbiettivo principale di promuovere la gestione
sostenibile e la tutela delle risorse forestali e la fruizione
delle ardesse.
(tratto
da “I tipi forestali della Riserva Naturale Orientata Monte
Cammarata – Monti Sicani, Sicilia Centro-Occidentale” - Collana
Sicilia Foreste, settembre 2005 – Azienda Regionale Foreste
Demaniali) |